Il Vaticano non è noto, certo, per essere una delle istituzioni più moderne al mondo. Tuttavia, lo Stato Pontificio ha fatto un annuncio piuttosto sorprendente il 2 maggio 2022; Humanity 2.0, fondazione sotto il controllo del Vaticano, ha stretto un accordo con la società Sensorium, specializzata, appunto, nella “costruzione di metaversi”.

Il Vaticano entra nel Metaverso

Motivo? Creare una galleria d’arte virtuale con token non fungibili (NFT) in modo che persone provenienti da tutto il mondo potessero vedere le opere d’arte, i manoscritti e altri oggetti della sua collezione. La volontà è quella di “democratizzare l’arte” e renderla accessibile a tutti.

Non vediamo l’ora di lavorare con Sensorium per esplorare modi per democratizzare l’arte, rendendola più ampiamente disponibile alle persone di tutto il mondo, indipendentemente dai loro limiti socio-economici e geografici”.

afferma padre Philip Larrey, presidente di Humanity 2.0.

Il Museo Vaticano, fondato nel XVI, è uno dei più ricchi e visitati al mondo e ospita oltre 800 opere di artisti famosi e attira milioni di visitatori ogni anno. Le opere di 250 artisti internazionali, tra cui Michelangelo, Raffaello, Marc Chagall, Salvador Dalí, Paul Gauguin, Wassily Kandinsky, Vincent van Gogh e Pablo Picasso potrebbero “entrare nel metaverso” insieme a manoscritti custoditi nei Musei Vaticani. Il metaverso li renderebbe disponibili virtualmente a un pubblico ancor più ampio in tutto il mondo.

Il Vaticano entra nel metaverso “Galaxy”, così è stata chiamato, almeno in versione beta; ampiamente disponibile tramite desktop e VR, verrà lanciat0 entro quest’anno. Gli NFT, per i Musei Vaticani avranno una funzione puramente sociale piuttosto che commerciale.

I musei stanno prendendo sempre più confidenza con gli NFT

L’annuncio del Vaticano può sembrare sorprendente, visto che non ha mai mostrato particolare interesse alle nuove tecnologie né tantomeno per le criptovalute e le blockchain, ma tra le diverse grandi istituzioni è sempre più diffuso l’utilizzo dei Token non-fungibili.

Ad esempio il British Museum di Londra, il Belvedere di Vienna e gli Uffizi di Firenze hanno già annunciato la vendita delle collezioni NFT; segno che sicuramente gli NFT sono ormai parte integrante del mondo dell’arte.

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