Dalla creazione del bitcoin (la prima valuta decentralizzata che funziona su tecnologia blockchain) un mistero circonda il suo “creatore” la cui identità, nascosta dietro uno pseudonimo, non è mai stata rivelata. Nessuno sa chi è Satoshi Nakamoto nonostante l’immenso successo che lo ha reso uno degli uomini più ricchi al mondo.

Chi è Satoshi Nakamoto il creatore di Bitcoin?

Satoshi Nakamoto è il nickname del creatore di Bitcoin. Non sappiamo chi si nasconda dietro questo soprannome e se si tratti solo di una o più persone.

Perché tanto mistero?
La prima ipotesi è in definitiva la più scontata: forse nascondendosi dietro uno pseudonimo, l’inventore del bitcoin ha voluto proteggersi da eventuali problemi legali che sarebbero potuti nascere con il lancio della moneta virtuale. Prima di lui, alcune persone negli Stati Uniti, infatti, hanno cercato di creare valute alternative al dollaro e sono state vittime di azioni legali.

Una teoria avanza addirittura l’idea che il creatore di bitcoin correrebbe il rischio di essere vittima di un culto della personalità. Per evitare ciò, rimanere anonimi è stata una scelta necessaria.

L’unica certezza è che la persona che ha creato la criptovaluta più iconica di tutte si nasconde quindi dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto e la sua vera identità è sconosciuta.

Cosa sappiamo di Satoshi Nakamoto?

Nonostante gli sforzi dei media per indagare e rivelare la sua identità di Satoshi Nakamoto , rimane una figura misteriosa. La sua vera personalità è sconosciuta. Tuttavia, è interessante esaminare gli indizi che abbiamo su di lui, siano essi atti pubblici o risultati ottenuti da abili investigatori.

Data di nascita (presunta): aprile 1975
Luogo di nascita (presunto): Giappone
Nazionalità (dichiarata): giapponese
Patrimonio netto (stimato): 1.000.000 di bitcoin
Famoso per: Invenzione di bitcoin
Profilo twitter: @bitcointalk
Satoshi Nakamoto patrimonio: 1,1 milioni di BTC

Satoshi Nakamoto Bitcoin

Bitcoin la prima valuta decentralizzata su blockchain

Satoshi Nakamoto: uomo o donna?

Oltre a non aver certezza sulla reale nazionalità (visto che non ha mai pubblicato un solo messaggio in lingua giapponese) ed età si mette in discussione anche che sia in realtà un uomo.
In un settore dominato dagli uomini, non è improbabile che un genio femminile usi un nome maschile per stare su un piano di parità tra i suoi coetanei. Storicamente, le scrittrici hanno infatti prontamente utilizzato pseudonimi maschili nel tentativo di irrompere nella scena letteraria e guadagnarsi il rispetto tradizionalmente dato, abitualmente, agli autori maschi.

E se Satoshi avesse usato un trucco simile? Nessuno può dirlo con certezza, ma questa idea è stata un pensiero stimolante per molte donne coinvolte nello sviluppo. Ad esempio, la deputata di New York Carolyn Maloney ha reso popolare lo slogan “Satoshi is a woman” in un evento per donne in blockchain.

Satoshi Nakamoto è un gruppo di persone?

Alcuni sostengono anche che il Re dei Bitcoin potrebbe non essere una sola persona. Invece, sarebbe un gruppo di individui che avrebbero potuto lavorare insieme per perfezionare e creare il codice della prima criptovaluta. Infatti, grazie alla perfezione del suo codice eccezionale, Bitcoin continua a prosperare nel mercato delle valute decentralizzate.

Satoshi Nakamoto è un genio della programmazione?

Il New Yorker descrive Satoshi Nakamoto come un “programmatore di computer di talento soprannaturale”, specificando che per la sua “creatura” abbia usato “trentunomila righe di codice” . Per chi non lo sapesse, se la blockchain è sicura, protetta e affidabile, è grazie al codice quasi perfetto del “genio misterioso”. Sembra non avere errori. Questo è in parte il motivo per cui la sua architettura non è mai stata violata sin dal suo inizio.

In un articolo del 2011 intitolato “The Crypto-Currency: Bitcoin and Its Mysterious Inventor “, The New Yorker ha riportato come Dan Kaminsky ha tentato di decifrare il codice di Bitcoin. Si noti, tuttavia, che il rinomato e molto esperto ricercatore di sicurezza Internet ha fallito. Si scontrò con il codice quasi perfetto di Satoshi, che in seguito dichiarò “impenetrabile” .

Chi è Dan Kaminsky? È famoso tra gli hacker per aver scoperto un grave difetto di Internet nel 2008 e di aver aiutato il Department of Homeland Security e i dirigenti di Microsoft e Cisco a risolvere immediatamente il problema.

Chi sono le persone sospettate di nascondersi dietro il misterioso pseudonimo?

Nel corso degli anni, molte persone sono state sospettate di essere Satoshi Nakamoto. Eccone alcune:

HAL Finney

Pioniere della crittografia, anche prima della creazione del bitcoin. Si pensava che potesse essere Satoshi Nakamoto perché viveva a pochi isolati da un individuo di nome Dorian Nakamoto. Alcuni giornalisti hanno poi provato a fare un collegamento suggerendo che si sia ispirato a questo cognome per inventare il suo soprannome.

Nick Szabo

Ha pubblicato un lavoro su una valuta decentralizzata chiamata “bit gold” prima della comparsa di BTC. Durante l’esecuzione di un’analisi stilometrica tra il suo stile e quello del whitepaper bitcoin, un blogger ha suggerito che potrebbe essere Satoshi Nakamoto.

Craig Wright

Imprenditore australiano, ha pubblicamente e ripetutamente affermato di essere Satoshi Nakamoto. Tuttavia, si è dimostrato incapace di dimostrarlo, sostenendo di “non avere il coraggio di mostrare le prove”. Inoltre, si è anche coperto di vergogna quando nel 2018 ha cercato di dimostrare le sue conoscenze di programmazione su Twitter. Si era quindi accontentato di copiare e incollare un programma molto semplice scritto da qualcun altro. Inutile dire che questo plagio non è passato inosservato, ma ciò non impedisce a Craig Wright di rivendicare costantemente l’identità di Satoshi Nakamoto.

Un agente cinese o russo

L’amministrazione americana ha avuto il dubbio che dietro il famoso pseudonimo si potesse nascondere una spia cinese o russa intenta a creare un colpo di stato.

Come puoi vedere, le voci sono diffuse e fantasiose. Finora nessuno è stato formalmente identificato come il vero fondatore di bitcoin.

È un problema che l’inventore di BTC nasconda la sua vera identità?

Alcune persone criticano bitcoin per la sua mancanza di trasparenza proprio a causa dell’impossibilità di rintracciare il suo creatore. Tuttavia, il protocollo Bitcoin è un protocollo ultra trasparente e tutte le transazioni sono visualizzabili da chiunque guardi sulla blockchain che è pubblica.

Inoltre, anche il codice sorgente è publico, il che significa che chiunque può osservare come funziona dentro e fuori. Non vi è quindi alcun possibile inganno.

Tutto quello che è accaduto dalla creazione di questo cripto-asset è registrato nella sua blockchain ed è impossibile falsificare le informazioni scritte al suo interno. Per finire, bitcoin non è mai stato violato sin dal suo inizio. Alcune truffe sono avvenute, vero, ma mai a livello di protocollo stesso o per responsabilità attribuibili alla rete Bitocoin che può essere hackerata solo tramite un attacco del 51%.

Il fatto che la vera identità dell’inventore della criptovaluta non è mai stata scoperta non è quindi in alcun modo un problema.

Il movimento Cypherpunk

I legami tra Satoshi Nakamoto e i Cypherpunk sono innegabili. Nato negli anni ’80, questo movimento libertario è composto principalmente da crittografi. Il loro desiderio è preservare la privacy attraverso la crittografia , che protegge l’anonimato e promuove il cambiamento sociale.

Il 15 settembre del 2008, con il fallimento della Lehman Brothers (banca considerata fra le più solide al mondo), collassò il sistema finanziario globale e con esso la fiducia del pubblico nel sistema finanziario tradizionale. Questo spinse il gruppo cypherpunk a presentare progetti di crittografia anonima legata alle transazioni.

Pochi giorni, Adam Back, noto attivista cypherpunk e ideatore di Hashcash (sistema proof-of-work usato per limitare email spam e usata in bitcoin come parte dell’algoritmo di mining), ricevette una mail da un mittente sconosciuto. Firmata con il nome Satoshi Nakamoto. Nella mail era descritto il funzionamento di un sistema detto blockchain, che doveva servire come supporto per una valuta virtuale, il bitcoin.

In allegato alla mail c’era un pdf di nove pagine in cui erano citati i lavori di Adam Back (Hashcash) e Dai Wei (b-money). Il progetto della blockchain partiva dagli studi dei due noti esperti di informatica. Il documento diventerà poi famoso come il Bitcoin White Paper.

Cosa è successo al creatore di BTC?

Se il primo messaggio riguardante Bitcoin risale “ufficialmente” a novembre 2008, la sua attività riconosciuta dura fino ad aprile 2011. Da quella data nessun segno di vita da parte del fondatore di Bitcoin, se non incessanti voci sulla sua identità.

A quanto pare, il suo computer avrebbe estratto i primi 36.000 “blocchi”, in un momento in cui le ricompense erano di 50 BTC per blocco estratto. Il 63% di quei Bitcoin non sarebbe mai stato utilizzato per effettuare transazioni, lasciandolo con una fortuna di almeno 1,1 milioni di BTC. Le ultime operazioni in uscita del suo portafoglio principale risalgono al 2013.

E’ morto il Re dei Bitcoin?
Alcuni hanno quindi ipotizzato che Satoshi Nakamoto possa essere morto, altri che abbia semplicemente perso la chiave privata del suo portafoglio Bitcoin. Ad ogni modo, è impossibile dire con maggiore precisione cosa sia successo al creatore di bitcoin, anche se la tesi della morte è la più comunemente accettata.

Omaggio a Satoshi Nakamoto

Molti omaggi di ogni genere sono stati tributati alla persona più emblematica nel mondo delle criptovalute.

Il tributo più caratteristico è quello di aver scelto il nome “satoshi”, per nominare i decimali di Bitcoin: 1 BTC = 100.000.000 satoshi.
Quando si parla di prezzo di un cripto-asset, si tende sempre a indicarne il prezzo in “sats”, abbreviazione del termine “satoshi”. Gli utenti esperti parlano molto raramente del prezzo in dollari.

Conclusione.
Come forse avrete appreso, a parte il suo pseudonimo “Satoshi Nakamoto”, non sappiamo molto di più di questo misterioso personaggio. Fortunatamente, come già anticipato, questo anonimato non è affatto un problema. Anzi no, è quello di non poter ringraziare la persona che ha creato questo cripto-asset.

Chiudiamo questa biografia del visionario del metaverso per eccellenza con la speranza di vedere un giorno qualcuno che dica: “I am satoshi!”

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