Se il termine NFT è sempre più presente nei media, molti utenti di Internet non ne conoscono esattamente il significato. Facciamo chiarezza.

NFC = token non fungibile

NFT sta per token non fungibile. Lo so, lo so – questo non lo rende affatto più chiaro. Una domanda migliore sarebbe: cosa diavolo significa non fungibile? Nella sua accezione più semplice, non fungibile significa che qualcosa – un oggetto, una gif o un’opera d’arte digitale – è unico e non può essere sostituito da nient’altro.

La Guernica di Pablo Picasso, ad esempio, è una risorsa non fungibile: se ne possono fare riproduzioni, ma l’originale resta uno. Ed è quello che ha valore.

Viceversa, il denaro è un “bene fungibile”; puoi scambiare una banconota di 20 euro con un’altra (o con due banconote da 10 euro) e il valore resterà lo stesso.

Che cos’è davvero un NFT | Guida semplice

Gli NFT sono asset, quindi, “unici” nel mondo digitale che possono essere acquistati e venduti come qualsiasi altro bene tangibile.

I token (in italiano gettoni digitali) possono essere considerati come certificati di proprietà per asset virtuali. 
Quindi possiamo definire gli NFT più semplicemente come risorse digitali con certificato che ne attesta la proprietà e ne garantisce la sua autenticità e unicità in quanto registrato su blockchain.

Come funzionano gli NFT?

Ora che abbiamo capito il significato NFT ci viene facile porci un’altra domanda:

“cosa impedisce alle persone di copiare l’arte digitale?”
Niente. Milioni di persone hanno visto l’opera di Beeple (il cui vero nome è Mike Winkelmann) venduta per 69 milioni di dollari (+37 miliardi di FCFA) e l’immagine è stata copiata e condivisa innumerevoli volte. Io la uso come screensaver; quindi sono in possesso della sua opera e sono ricco? Assolutamente no! Purtroppo, aggiungo.
Non ho il suo NFT; ho solo una copia “non certificata dalla blockchain” allo stesso modo che potrei avere una stampa della Guernica nel mio studio.

Beeple Everydays the first 5000 days_2021

Nft | Beeple Everydays the first 5000 days

L’acquisto di questi non-fungible token avviene tramite speciali portali, Marketplace tipo OpenSea (li analizzeremo in un prossimo articolo), dove le opere si possono acquistare attraverso criptovalute.

Visti così, dunque, gli Nft sembrano essere un importante strumento a tutela della proprietà intellettuale degli artisti, ma se vogliamo capire a fondo questo fenomeno è sicuramente necessario allargare gli orizzonti.

La NFT è per me il cavallo di Troia della blockchain nel mondo fisico e si diffonderà pian piano in tutti i settori.

John Karp, autore di “Rivoluzione NFT, nascita del movimento Crypto-Art”

L’evoluzione degli NFT

Non si tratta solo di artisti e opere d’arte, ma di tutto ciò che è digitale. Oggi, la NFTmania sta raggiungendo nuove vette con la vendita di tweet, fotografie, meme, video, file audio… Il fondatore di Twitter, Jack Dorsey, ha promosso un NFT del primo tweet, la cui offerta ha raggiunto i 2,5 milioni di dollari (+1 miliardo di FCFA).
Più o meno nello stesso periodo, una clip del giocatore di basket James LeBron che esegue un’azione spettacolare è stata acquistata per l’equivalente di 208.000 in criptovaluta. Grande impulso al successo

Il boom degli NFT va inserito in uno scenario di forte avanzamento della tecnologia Blockchain e di esplosione delle criptovalute. Le persone sono sempre più abituate a ragionare in modalità digitale. Spendono i loro soldi in rete, e in cambio ottengono qualcosa che rimane in rete”

Edoardo Maggio, contributor di Maize Magazine

La sensazione è che quello degli Non-fungible Token sia tutt’altro che un fenomeno provvisorio. Anche perché si lega indissolubilmente al Metaverso e alla realtà virtuale. L’Nft permette a tutti gli effetti di certificare la proprietà di un bene virtuale o, volendo, anche di un bene reale.

Tra i grandi trend del mercato NFT dello scorso anno ci sono gli NFT Avatar o PFP (Photo For Profile).

Si tratta di collectible digitali in formato “immagine del profilo” generati da un algoritmo

Piccola digressione tecnica.
Gli NFT utilizzano principalmente la seconda blockchain più importante (dopo quella di Bitcoin), denominata Ethereum (ETH). Questa blockchain di Ethereum include una criptovaluta, come Bictoin, ma permette anche di gestire gli “smart contract” (contratti intelligenti), cosa che la blockchain di BTC non può fare. Gli NFT sono quindi tecnicamente degli “smart contract”, creati nella stragrande maggioranza dalla blockchain di Ethereum (che è anche una criptovaluta).

In un prossimo articolo approfondiremo aspetti di come creare e vendere (o acquistare) un nft e mostreremo alcuni NFT che hanno fatto la fortuna di chi li ha venduti (e forse anche di chi li ha acquistati).

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